La vacanza del Gigolo non è mai geografica ma sensoriale
Ci sono delle donne che spesso mi chiedono, ma Roy, tu vai mai in vacanza? Stacchi mai la spina dal tuo lavoro? Ti concedi mai un periodo di ferie e di relax? Bene, a tutte queste domande la mia risposta è no. Io sono sempre in vacanza, il mio non è un lavoro ma una passione, un hobby, una missione. C’è un detto che dice: fai quello che ami e non lavorerai un giorno della tua vita.
La vacanza è per chi fa un mestiere usurante e poco piacevole. Le cosiddette ferie d’agosto sono per chi si fa il culo tutto l’anno o ha un lavoro di merda e per qualche settimana vuole staccare. Io sono un privilegiato, ricavo soldi da un sogno, da un hobby, da una passione, da una virtù, da un gioco per grandi che non sono mai cresciuti.
La vacanza è per chi lavora, io non ho mai lavorato un giorno in vita mia perché dovrei andare in vacanza, in coda sull’autostrada, pieno di valigie e in posti affollati. Le mie vacanze e i miei viaggi sono altri. Io viaggio attraverso corpi, epidermidi, anime, pensieri, solitudini.
Esploro corpi di donne come isole deserte, respiro l’emozione di una nuova avventura. Con il mio kayak entro in grotte inesplorate a volte buie e strette altre volte spaziose e affollate. L’emozione è seduta accanto a me, mi tiene la mano, insieme viaggiamo attraverso piaceri inediti, a volte multipli, quasi onirici.
Un gigolo che desidera andare in vacanza e stoppare con il suo mestiere è un gigolo fallito, un perdente, uno che non ha la mentalità giusta per fare questo mestiere. Il vero viaggio non è territoriale o geografico, ma psicologico è mentale. Ci sono molti modi per viaggiare anche stando fermi.
Il vero gigolò è quello che riesce a viaggiare attraverso i sogni, gli obiettivi, le speranze, i fallimenti, le rivoluzioni e i tradimenti, rimanendo però, nella stessa stanza
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